Come prendersi cura dei capi di maglieria durante il cambio di stagione? Ecco i consigli del Maglificio Pini
L’appuntamento con il cambio di stagione è un evento in bilico tra l’entusiasmo per il nuovo che arriva e il dubbio su come custodire i propri capi nel modo più corretto. Per preparare giacche e maglioni al meritato riposo estivo, affinché tornino a splendere intatti al primo freddo, al Maglificio Pini abbiamo preparato alcuni consigli, semplici da seguire e sempre validi.
Lana e cashmere al sicuro durante l’estate
Prima di essere riposti negli armadi, i capi in lana e cashmere richiedono un’attenzione speciale. La naftalina resta una delle alleate più efficaci contro le tarme; se il suo odore pungente richiama alla mente i vecchi bauli della nonna, oggi esistono varianti meno invasive, come specifici prodotti anti-tarme privi di profumazione forte, in grado di proteggere i tessuti senza lasciare tracce olfattive. In alternativa, la natura offre le sue armi: sono le sfere di legno di cedro, che sprigionano un aroma gradevole per noi e sgradito alle tarme, assicurando una protezione naturale.
Inoltre, è fondamentale assicurarsi che ogni indumento sia perfettamente pulito. Residui di sudore, profumo e piccole macchie possono, col tempo, risultare dannosi. Dopo la pulizia, ogni maglia andrebbe poi avvolta in un foglio di carta velina o riposta all’interno di una busta chiusa ermeticamente, per isolarla dall’aria e dall’umidità.
Attenzione alla forma!
Ogni capo in maglia ha una forma da proteggere, nata da un attento lavoro artigianale e dalla selezione di materiali di qualità. Ad esempio, durante la pausa estiva è bene evitare di lasciare a lungo appesi i maglioni più pesanti o le giacche di lana: la forza di gravità, col tempo, può provocare allungamenti e deformazioni. Meglio quindi riporli piegati, magari inserendo un foglio di carta velina per prevenire le grinze. Posizionati in piano sugli scaffali degli armadi, gli indumenti invernali manterranno così la linea originale.
E se fosse necessario appenderli? Un maglione pesante può essere piegato a metà e poi appoggiato a cavallo di una gruccia robusta, in modo da distribuire meglio il peso senza tirare il tessuto. E la scelta delle grucce fa la differenza: in velluto a spalla larga sono ideali per cappotti e giacche; sottili in legno per maglie più leggere, perché le sostengono con delicatezza e senza lasciare impronte nel tessuto; con mollette per gonne e pantaloni, purché si aggiunga un cuscinetto di gommapiuma tra la pinza e il tessuto.
Il lavaggio: considerare sempre l’etichetta
Il momento del lavaggio è forse il passaggio più delicato: non è mai superfluo ricordare che le istruzioni indicate sull’etichetta non nascono dal caso, bensì derivano da test accurati effettuati sui filati e sul prodotto finito: seguire queste indicazioni è un atto di fiducia verso chi ha creato il capo.
Per la maglieria in lana e cashmere, spesso il lavaggio a mano è la scelta più saggia, purché si utilizzino acqua fredda (mai sopra i 30°) e un detersivo delicato specifico. Per eliminare lo sporco, è sufficiente massaggiare con leggerezza le zone più critiche, come polsini o colletto, e poi risciacquarle abbondantemente.
Si può ricorrere alla lavatrice, ma avendo cura di selezionare un ciclo apposito per delicati o lana, impostando la temperatura più bassa (massimo 30°) e una centrifuga leggera. Prima di avviare il programma, sarebbe opportuno proteggere ogni capo inserendolo in una busta per indumenti delicati o in una federa: questa barriera aggiuntiva evita che il contatto diretto con il cestello provochi sfregamenti o infeltrimenti.
Per quanto riguarda l’asciugatura, è importante stendere la maglia orizzontalmente su una superficie piana, coperta da un asciugamano asciutto che ne assorba l’umidità residua. Le fonti di calore dirette come termosifoni o la luce solare intensa sono da evitare: il calore e i raggi UV possono alterare i colori e restringere o deformare le fibre.
Per capi in filati particolarmente pregiati o delicati, come viscosa, angora o misti seta, il lavaggio a secco professionale resta spesso la scelta più sicura: i professionisti sanno individuare il trattamento giusto per ogni materiale, utilizzando prodotti specifici e tecniche collaudate che rispettano la natura del tessuto.
Infine, è sconsigliato l’uso dell’asciugatrice per la maglieria fine: l’azione meccanica e il calore elevato di questi apparecchi possono compromettere irreparabilmente le fibre.
Un gesto d’amore per la maglieria
Prendersi cura della maglieria non è solo una questione di buone abitudini, è un vero gesto d’amore verso ciò che indossiamo. Dietro ogni singolo capo ci sono infatti l’impegno di mani artigiane, anni di ricerca, tradizioni tramandate da generazioni: ogni attenzione ne prolunga la vita e ne conserva intatta la bellezza. Un indumento ben curato non solo dura di più, ma racconta una storia: la storia di chi lo ha realizzato con maestria e di chi lo ha amato abbastanza da dedicarvi la risorsa più preziosa: il tempo.